Manifesto progettuale Associazione Nazionale Scuole Jazz e musiche audiotattili.

Descrizione del settore

L’Associazione Nazionale delle scuole Jazz e delle musiche audiotattili – pop, rock e world music – afferenti all’ambito dell’associazionismo no profit e del terzo settore rappresenta un importante patrimonio culturale italiano, un laboratorio di ricerca e formazione permanente nel campo dell’educazione musicale nel nostro paese.

  1. Pongono al centro dell’azione educativa la persona intesa come “io collettivo” costituito da bisogni espressivi, relazioni e dialoghi, basati sul reciproco ascolto e sull’interazione creativa in musica sia in tempo reale – improvvisazione e estemporizzazione – sia nella riproduzione esecutiva.
  2. Veicolano e sviluppano esperienze di lunga durata nel campo della didattica musicale in Italia.
  3. Coniugano formazione e produzione attraverso molteplici attività concertistiche, discografiche e di diffusione di questa musica nel mondo della scuola e sul territorio.
  4. Creano e rinnovano il pubblico, formano i nuovi musicisti offrendo loro concrete opportunità professionali sia in ambito performativo sia didattico.
  5. Rappresentano il principale settore occupazionale per i musicisti in ambito didattico. L’indagine del novembre 2022 dell’Università di Bologna, commissionata dall’Associazione Italiana delle Scuole di Musica, ha stimato in 100.000 unità i docenti di musica di 7.000 scuole italiane delle associazioni con 1.000.000 di studenti ed associati, di cui 50.000 di origine straniera e 25.000 con diverse abilità.
  6. Generano un importante e costante gettito fiscale che sostiene il welfare culturale e formativo pubblico operando nel settore delle attività no profit e del terzo settore.
  7. Operano in rete con dirigenti, docenti e studenti delle scuole di ogni ordine e grado, dall’infanzia al perfezionamento professionale realizzando sul territorio nazionale una diffusione capillare della musica e del jazz in modo accessibile per tutti.
  8. Promuovono la mobilità dei giovani in campo europeo attraverso competenze musicali certificate dal sistema EQF da enti e charity nazionali e internazionali.
  9. Sono un importante presidio culturale e sociale di prevenzione al disagio giovanile, all’inclusione di studenti con disabilità, di contrasto a ogni difficoltà legata alle differenze di genere, cultura ed etnia.
  10. Forniscono le competenze professionali a chi si avvicina a generi musicali audiotattili quali il pop e rock e la world music. Offrono maggiore consapevolezza nell’approccio alla musica di tradizione classica. La teoria audiotattile pone infatti al centro dell’indagine pedagogica la cognitività umana nei processi di apprendimento indotti dalle culture musicali jazz, rock, pop, world music, ma anche la cultura musicale storica occidentale. Ciò avviene sia in rapporto ai supporti testuali rappresentati dai mezzi di fissazione fonografica tradizionali e dalle nuove tecnologie digitali e del web, sia a quelli di pertinenza della musica d’arte scritta occidentale. Rappresenta quindi un innovativo modello interpretativo e didattico pedagogico per tutte le civiltà musicali.  

Criticità

 

Questo imponente ruolo educativo, sociale e occupazionale non è ancora valorizzato adeguatamente a livello istituzionale e presenta diverse criticità.

  • In particolare, la divisione esistente sotto il profilo fiscale e previdenziale delle diverse attività che compongono il lavoro di un musicista di oggi, ha generato negli anni un progressivo moltiplicarsi di norme burocratiche che affaticano e ostacolano il pieno esercizio della professione autonoma dei lavoratori dello spettacolo e della didattica. La normativa vigente è infatti orientata prevalentemente solo sugli aspetti performativi del musicista senza considerare l’evoluzione e la stretta correlazione tra momenti concertistici e aspetti didattici, la formazione permanente, la connessione con le attività di consulenza e direzione artistica. Occorre quindi riunire in un’unica posizione l’intera attività del musicista superando l’anacronistica divisione attuale tra il regime ex ENPALS riservato ai concerti e alla gestione separata per le restanti attività. Questa importante modifica avrebbe il pregio di generare effetti virtuosi e di rilancio del settore per l’intera categoria e in particolare dei lavoratori autonomi consentendogli di beneficiare di tutte le possibilità offerte dal welfare pubblico nella consapevolezza del carattere discontinuo del lavoro del musicista. L’arretratezza del sistema legislativo italiano attua infatti una ingiusta discriminazione nei confronti di una consistente categoria di lavoratori della musica. Questa situazione non solo danneggia il lavoratore ma anche le scuole di musica e i fruitori dei servizi offerti dalle scuole di musica.
  • Le Scuole di Jazz e delle musiche audiotattili hanno attivato da tempo un proficuo dialogo, con tutte le istituzioni formative pubbliche sia a livello progettuale sia realizzativo. A tal fine hanno promosso incontri, convegni, webinar, laboratori, corsi di formazione nei quali hanno coinvolto in più occasioni tutti i soggetti del sistema didattico pubblico, privato e del terzo settore realizzando diverse forme e modalità di collaborazione, convenzione e riconoscimento reciproco. Questo processo si fonda sulla consapevolezza dell’importante ruolo “pubblico” svolto dall’associazionismo musicale da cui ha beneficiato l’intero settore dell’educazione musicale. Le istituzioni Afam attingono spesso al bacino di utenza di studenti e associati delle scuole di musica spesso per conferire un titolo di studio conclusivo a un percorso già realizzato in precedenza dalle scuole di musica senza però attuare una riflessione pedagogica e didattica comune al fine di garantire una continuità formativa e una reale attenzione al territorio. Questa carenza di dialogo si riverbera negativamente anche nella completezza di preparazione dei neodiplomati quando si affacciano nel mondo dell’insegnamento delle scuole di musica e delle associazioni, che rappresenta il primo settore occupazionale in Italia. Lo sbilanciamento dei piani di studio accademici soprattutto verso gli aspetti performativi, a discapito di quelli pedagogici, tende a replicare un medesimo modello nei nuovi insegnanti e a ribadire alcune carenze didattiche relative all’insegnamento. L’Associazione delle Scuole di Musica Jazz ribadisce la disponibilità al dialogo con le istituzioni auspicando una maggiore attenzione a tutti questi aspetti mettendo a disposizione l’esperienza e la sperimentazione acquisita in Italia da diversi decenni proprio nel campo della didattica musicale. Si ricorda che la prima associazione italiana di educazione musicale è nata del 1969 ad opera di Carlo Delfrati (SIEM), il padre della didattica musicale italiana a cui sono seguite diverse esperienze ed innovazioni didattiche e pedagogiche musicali scaturite sempre dal mondo dell’associazionismo con l’apporto fondamentale del mondo universitario. Il jazz e le musiche derivate, quali il pop e il rock, necessitano inoltre di percorsi didattici e pedagogici differenti da quelli della musica d’arte di tradizione europea e di paradigmi interpretativi adeguati alle cognitività sollecitate dal jazz e dalle musiche audiotattili. Per questo motivo è urgente e opportuno sviluppare un dialogo con le associazioni con il supporto scientifico dato dal paradigma audiotattile e dalla sua diretta applicazione nella didattica per competenze in musica.
  • I titoli di studio ottenuti attraverso la certificazione EQF da enti europei non sono ancora riconosciuti ed equiparati dal sistema dell’istruzione pubblica o nei migliori dei casi devono subire un lungo e complicato processo di equipollenza in netto contrasto alle raccomandazioni della comunità europea sul reciproco riconoscimento dei titoli di studio. In tal senso si è espresso Il Consiglio di Stato in sede giurisdizionale (Adunanza Plenaria del 29/12/2022) che ad oggi ha preso atto che con il recepimento in Italia, attraverso il decreto legislativo n. 206/2007, della direttiva 2005/36/CE, il sistema generale di riconoscimento delle qualifiche professionali acquisite in ciascun Paese membro dell’Unione europea consente la circolazione in ambito sovranazionale dei lavoratori e dei servizi

Obiettivi

L’Associazione Nazionale delle scuole Jazz e delle musiche audiotattili nasce per sensibilizzare l’opinione pubblica e gli interlocutori istituzionali su queste e altre urgenti tematiche. L’azione non si esaurisce alla sola denuncia ma alla risoluzione di questi problemi con diverse proposte concrete, realizzabili e risolutive. Un impegno che pone al centro i bisogni non solo dei propri associati ma di un’intera categoria di grande rilievo in termini quantitativi e qualitativi in Italia. Si definiscono pertanto alcuni obiettivi operativi:

  • Sostenere le organizzazioni musicali che adottano modalità di gestione partecipata senza fini di lucro, pone come priorità istituzionale, al di là dell’attività commerciale, la cultura, la diffusione della musica, la crescita del benessere collettivo attraverso l’espressione artistica e l’educazione musicale. Promuove opportunità di sviluppo lavorativo per i suoi associati nel rispetto dei principi fondanti della costituzione italiana e democratica (Art.1), offrendo alla collettività opportunità, servizi e strutture nelle migliori condizioni di accessibilità e fruizione.
  • Creare una rappresentanza dei lavoratori afferenti al settore della didattica dell’associazionismo al fine di interloquire con le istituzioni ministeriali (MIM, MUR) e amministrative (regioni, province, comuni), con le associazioni del settore (Unisca, AIDSM, Forum dell’Educazione Musicale, CNAPM MIUR, MIDJ, I-Jazz, Jazz Mood School, Federazione Il Jazz Italiano), le unioni sindacali, il comparto Afam, gli uffici scolastici regionali, le Università, istituzioni
  • Diffondere e valorizzare l’operato delle scuole di Musica e delle associazioni sia in termini quantitativi sia qualitativi sottolineando il ruolo fondamentale e insostituibile svolto in Italia a livello educativo, culturale, sociale e di ricerca pedagogica. 
  • Attivare, insieme alle organizzazioni di rappresentanza sopra citate, un dialogo con il Ministero dell’Economia per adeguare e riformare gli obblighi fiscali e previdenziali dei lavoratori autonomi in ambito didattico musicale. 
  • Elaborare e proporre proposte e soluzioni al fine di riconoscere le scuole di musica ed equiparare i percorsi di studio ai parametri EQF in collaborazione con enti e charity europee e nazionali di certificazione musicale, estendendo al territorio nazionale le esperienze virtuose di riconoscimento già in atto in alcune regioni (Emilia-Romagna e Toscana). 
  •  Impegnarsi ai fini del riconoscimento della professione di formatore musicale ai sensi della legge 4/2013 e l’inserimento a pieno titolo nel registro dei lavoratori dello spettacolo previsto dal Codice dello Spettacolo.

  • Realizzare in rete percorsi di formazione per i docenti delle scuole di musica al fine di rendere attuale e competitiva l’offerta formativa. 
  • Organizzare in concerto con la rete scolastica Jazz Mood School, le istituzioni scolastiche e altre reti già esistenti in diverse regioni, iniziative didattiche e concertistiche in concomitanza con il Jazz Day Unesco. 
  • Condividere tra le associazioni aderenti esperienze, iniziative, sperimentazioni attraverso un forum permanente e un sito web dedicato.